Ciro Biondi: un insider con la missione di far resuscitare la bellezza dell’Etna

25 Maggio 2020

AUTORE

Burton Anderson

Burton Anderson è uno scrittore americano originario del Minnesota, vive in Italia e scrive di vino, cibo e viaggi.
Nei primi anni '80 pubblica "The Wines & Winemakers of Italy" , libro che ha reso celebre il made in Italy enoico fuori dai confini nazionali. Burton ha dato un contributo notevole alla divulgazione del vino italiano nel mondo facendone conoscere l'originalità, le potenzialità e le eccellenze territoriali. E' inoltre l'ex direttore dell'International Herald Tribune a Parigi. Il New York Times lo ha definito "la massima autorità sui vini italiani in lingua inglese".

Ciro Biondi: un insider con la missione di far resuscitare la bellezza dell’Etna

L’ondata di produzione dei vini dell’Etna può essere definita come una delle storie più dinamiche dell’enologia italiana recente, una crescita esponenziale dovuta soprattutto a investimenti esterni per l’acquisto e il rifacimento di vigneti e cantine. Nella frenesia del momento può capitare di dimenticare i vignaioli che da lungo tempo producono vino su queste straordinarie pendici vulcaniche.

Un esempio calzante di insider è quello di Ciro Biondi, i cui antenati possedevano vigneti sull’Etna già nel 1600, mentre la cantina di famiglia fu fondata alla fine dell’Ottocento dal nonno Cirino, suo fratello Salvatore e da un socio, dando nome alla premiate ditta Biondi & Lanzafame. I loro vini furono esportati nei paesi europei e in America e furono riconosciuti con una serie di premi e medaglie tra gli anni 1913-1914. La cantina rimase attiva anche durante le due guerre mondiali, ma successivamente subì un periodo di declino a causa del mancato adeguamento alle moderne tecnologie e al mutamento del mercato nel dopoguerra.

Questo fino al 1999, quando Ciro Biondi e la moglie Stef decidono di ripristinare alcuni vigneti sulle pendici sud-orientali dell’Etna con l’idea fissa di “resuscitare la bellezza di questi luoghi”. Ciro, architetto di formazione, da allora ha ristrutturato un vecchio palmento di famiglia e realizzato una cantina per l’affinamento nella Contrada Ronzini, alle porte di Trecastagni.

Ciro e Stef si sono presto resi conto che l’unico modo per raggiungere i loro obiettivi era quello di produrre vini di alto livello, concentrandosi sui vigneti che si trovano a un’altitudine di 600-700 metri su ripidi pendii terrazzati e suoli vulcanici-sabbiosi ricchi di minerali. Da questo lavoro sono nate tre etichette cru e due cuvée che esprimono territori diversi e che Ciro descrive come “molto vicini nello spazio ma lontani nel carattere, negli aromi e nei sapori”.

L’Etna Bianco “Outis” proviene da Carricante, Catarratto e Minnella, un vino da sempre caratterizzato da una forte componente minerale (sassosa).

L’Etna Rosso “Outis” proviene da Nerello Mascalese con circa 20% di Nerello Cappuccio, maturato per circa dieci mesi in barriques e tonneaux al fine di ottenere un mix di eleganza e sostanza che potrebbero rievocare un Borgogna Village.

L’Etna Bianco “Pianta” proviene da Carricante con circa il 10% di Catarratto e Minnella coltivati nella parcella di Chianta in Contrada Ronzini, viene vinificato in rovere per dare profondità e complessità ai suoi aspetti salini e minerali.

L’Etna Rosso “Cisterna Fuori” nasce da Nerello Mascalese con circa 20% di Nerello Cappuccio coltivati nella particella di Cisterna Fuori in Contrada Ronzini e maturato per 18 mesi in barriques e tonneaux. Un vino di carattere, ricco ed elegante.

L’Etna Rosso “San Nicolò” proviene da Nerello Mascalese con una piccola percentuale di Nerello Cappuccio coltivati nel vigneto di San Nicolò dove le viti crescono ancora su piede franco. Affinato per 18 mesi in barriques e tonneaux, il vino mostra grande finezza e un carattere marcatamente borgognone.

 Questo carattere borgognone è diventato il biglietto da visita dei rossi dell’Etna, tanto che la zona è diventata nota come “la Borgogna del Mediterraneo”.

Nella mia esperienza, i rossi di Ciro Biondi sono forse i più borgognoni di tutti. I bianchi sono un’altra cosa, con una pronunciata salinità e mineralità che li rende distintivi e decisamente unici, anche se alcuni estimatori trovano punti in comune con alcuni vini di Chablis.

 I Cru di Ciro Biondi saranno illustrati in una prossima edizione della Newsletter Heres.

ENGLISH

Ciro Biondi: An “insider” resurrecting the beauty of Etna

 The surging production of the wines of Mount Etna may be the most dynamic story of Italian wine today, heightened by the investments of “outsiders” in vineyards and cellars at exponential rates. Sometimes overlooked in this frenzy are the “insiders” who have been producing wines on the volcanic slopes for ages.

A persuasive example of an insider is Ciro Biondi, whose ancestors owned vineyards on Etna as early as 1600 and whose family winery was founded at the end of the nineteenth century by his grandfather Cirino and his brother Salvatore with a partner under the name Biondi & Lanzafame. Their wines were exported to European countries and America and recognized with a series of awards and medals in 1913 and 1914. The winery remained active through the wars, but then underwent a period of decline due to the failure to adapt to modern technology and the new post-war market.

Then, in 1999, Ciro Biondi and his wife Stef began rennovating three vineyards on the southeastern slopes of Etna around the village of Trecastagni with a fixed idea of “resurrecting these beautiful places.” Ciro, an architect by training, restructured an old palmento, or millstone, in one of the winery’s vineyards and established a cellar for aging in barrels in the family country house in Contrada Ronzini, on the outskirts of Trecastagni.

Realizing that the only way to achieve their goals was to produce high level wines, they focused on the vineyards, which lie at 600 to 700 meters of altitude on steep terraced slopes in sandy mineral-rich volcanic soils. They established three cru wines and two cuvées that express three terroirs, which they describe as being “very close in space but distant in character, aromas and flavors.”

Etna Bianco “Outis” comes from Carricante, Catarratto and Minnella, a wine note for its distinctive stony minerality.

Etna Rosso “Outis” comes from Nerello Mascalese with about 20% Nerello Cappuccio matured for about ten months in barriques and tonneaux to show a Burgundy-like mix of elegance and substance.

 Etna Bianco “Pianta” comes from Carricante with about 10% of Catarratto and Minnella grown in the Chianta parcel of Contrada Ronzini, a wine vinified in oak to lend depth and complexity to its bright saline and mineral aspects.

Etna Rosso “Cisterna Fuori” comes from Nerello Mascalese with a small percentage of Nerello Cappuccio grown in the Cisterna Fuori parcel of Contrada Ronzini and matured for 18 months in barriques and tonneaux – a wine of rich and elegant character.

Etna Rosso “San Nicolò” comes from Nerello Mascalese with a small percentage of Nerello Cappuccio grown in the San Nicolò vineyard where vines still grow on their original (pre-phylloxera) roots. Matured for 18 months in barriques and tonneaux the wine shows great finesse and strikingly Burgundy-like character.

 That Burgundy-like character has become a calling card of  the red wines of Etna, to the extent that the area has become known as “the Burgundy of the Mediterranean.”

In my experience, the reds of Ciro Biondi are the most Burgundian of all. The whites are something else, with their pronounced salinity and minerality, equally distinctive but decidedly unique, though some admirers find points in common with certain wines of Chablis.

 The cru wines of Ciro Biondi will be reviewed in detail in a coming edition of the Heres Newsletter.

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