Petrolo: Bòggina B, un Trebbiano Visionario

20 Luglio 2020

AUTORE

Burton Anderson

Burton Anderson è uno scrittore americano originario del Minnesota, vive in Italia e scrive di vino, cibo e viaggi.
Nei primi anni '80 pubblica "The Wines & Winemakers of Italy" , libro che ha reso celebre il made in Italy enoico fuori dai confini nazionali. Burton ha dato un contributo notevole alla divulgazione del vino italiano nel mondo facendone conoscere l'originalità, le potenzialità e le eccellenze territoriali. E' inoltre l'ex direttore dell'International Herald Tribune a Parigi. Il New York Times lo ha definito "la massima autorità sui vini italiani in lingua inglese".

Petrolo: Bòggina B, un Trebbiano Visionario

In una precedente edizione della newsletter, abbiamo parlato di Petrolo e della vinificazione visionaria di Luca Sanjust, incentrata su una serie di cru dove i vigneti danno il nome ai vini: un Merlot dalla vigna Galatrona;  due Sangiovese e un Trebbiano dalla vigna Bòggina; e un Cabernet Sauvignon dalla vigna Campo Lusso. Anche se il vino che raccoglie le varie anime dell’azienda è il Torrione, un blend di Sangiovese, Merlot e Cabernet Sauvignon.

Oggi parleremo di Bòggina, dove si producono due vini rossi da Sangiovese: Bòggina A (per Anfora) vinificato in anfore di terracotta da 300 litri, e Bòggina C (per Classico) vinificato con metodi tradizionali in vasche di cemento e affinato in botti di rovere francese da 40 hl e tonneaux. Poi c’è il Bòggina B, B per Bianco, che ha una storia piuttosto intrigante.

Cominciamo citando la dicitura in etichetta per trasmettere lo spirito di questo Trebbiano visionario.

Noi di Petrolo, viticoltori in Vald’Arno di Sopra, discepoli di Nepo da Galatrona, di tradizione, cultura ed educazione eraclitea, dionisiaco-epicurea-lucreziana, ermetico-ficiana, leonardesca neo-platonica e giorgionesca neo-aristotelica, romantici e rivoluzionari, crediamo che Dio è in tutte le cose e che la terra stessa è Dio e che tutto è fertile, vitale, umido, crepitante, lussureggiante. E che l’uomo è congiunto al cielo per tramite del suo elemento di-vino ed è in tutte le cose ed in tutti i luoghi, occupa il centro della ramificata e complicatissima costruzione degli esseri animali e vegetali: è il cuore di quell’infinito rapporto tra tutte le cose che è l’Universo-Mondo.

E noi uomini e donne viticoltori correndo verso il futuro e balzando in avanti, andiamo all’indietro, verso le cose originali ed antiche e crediamo che la rivelazione del respiro del mondo è silenzio e che solo stando in silenzio ed ascoltando la natura, essa a tratti ci appare, occulta ed enigmatica, come baluginando a macchie nella memoria, tracciando per noi il futuro in vie di vino vigoroso dal dentro al fuori, dal sotto al sopra, dal futuro al passato. E crediamo che il vino : un grande vino, sia la poetica trasformazione alchemica della natura in cultura. E che solo avendo lievi mani e cuore gentile noi riusciamo a volte a piegare la natura al nostro sentimento umanizzandola e rendendola più bella, come la realtà immaginata in un sogno. Il vino è la natura sognata dall’uomo, quindi migliorata dal sentimento, un grande vino, un vino grande è natura trasfigurata, che solo nel momento in cui è bevuto migliora se stesso e la natura stessa perché crea immediatamente desiderio e nostalgia. Tutta la natura è nel vino ma il vino non è solo natura.

Come spiega Luca Sanjust: Bòggina B è prodotto da viti di Trebbiano del Valdarno piantate a Petrolo negli anni Settanta nella parcella nominata Poggio. È stato concepito nella convinzione che l’ambiente di Petrolo e del Valdarno in generale offra condizioni eccezionali per aspirare a produrre un vino bianco di grande qualità a partire dal Trebbiano in purezza. A tal fine, documenti risalenti all’inizio del XIV secolo attestano la qualità del Trebbiano proveniente da una parcella ancora esistente a Petrolo chiamata “Spedale”. Quel lotto era allora di proprietà del papato e il vino prodotto veniva spedito a Roma perché considerato sopraffino.

Bòggina B è stato anche il risultato del mio incontro con Mounir Saouma di Lucien Le Moine, un importante négociant della Borgogna, che ci ha ispirato e guidato dandoci preziosi suggerimenti durante le varie fasi della produzione, sia in vigna che in cantina, dove ci avvaliamo della consulenza di Carlo Ferrini, coadiuvato dall’enologo aziendale Simone Cuccoli.

Il Bòggina B viene fermentato in barriques e tonneaux di rovere francese, selezionati e lavorati per noi da Lucien Le Moine, e rimane “sur lie” per tutto il periodo di vinificazione di circa due anni.

Siamo convinti che lavorando in un modo che è nostra consuetudine a Petrolo, con mano leggera e amorevoli cure, sia possibile fare un vino di Trebbiano in purezza che possa rivaleggiare con i grandi vini bianchi d’Italia, e non solo. Almeno questa è la nostra speranza e il nostro desiderio.

l primo anno di produzione è stato il 2014. Da questa vendemmia sono state prodotte poco più di 500 borgognotte e 50 magnum. Venti di queste magnum sono state decorate con etichette dipinte a mano da Sabina Mirri [la moglie di Luca], ognuna originale e diversa dall’altra.

Attualmente di Bòggina B è in commercio l’annata 2017, che il critico James Suckling ha descritto come “…uno dei bianchi più ‘cool’ della Toscana, con un profilo aromatico e gustativo dai toni minerali, di mela e un leggero tocco di pietra focaia. Corposo e nel contempo tonico e teso, con un bel finale dato da un’acidità brillante e una consistenza cremosa e minerale”.

ENGLISH

Petrolo: Bòggina B, a Visionary Trebbiano

In an earlier edition of the newsletter, we talked about Petrolo and the artistic winemaking of Luca Sanjust, focused on individual crus: Merlot of Vigna Galatrona for Galatrona; Sangiovese of Vigna Bòggina for two types of red and Trebbiano for a bianco; and Cabernet Sauvignon of Vigna Campo Lusso for Campo Lusso. Then there is Torrione, a red wine that captures the soul of the vineyards in a blend of Sangiovese, Merlot and Cabernet Sauvignon.

This time the focus is on Bòggina, source of two red wines from Sangiovese: Bòggina A (for Anfora) vinifed in 300-liter terracotta amphorae, and Bòggina C (for Classico) vinified by traditional methods in cement tanks and matured in French oak 40 Hl barrels and tonneaux. Then there is Bòggina B, the B for Bianco, which has a rather intriguing story behind it.

Let’s begin by quoting the wording on the label to convey the spirit behind a visionary Trebbiano.

We of Petrolo, winegrowers in the Val d’Arno di Sopra, disciples of Nepo da Galatrona, by tradition, culture and education Heraclitian, Dionysian-Epicurean-Lucretian, Hermetic-Ficinian, Leonardesque neo-Platonic and Giorgionesque neo-Aristotelian, romantics and revolutionaries, we believe that God is in all things, and that the earth itself is God and that everything is fertile, vital, wet, crackling, lush. And that man is joined to heaven by means of his divine element and is in all things and in all places, occupying the core of the ramified and highly complex configuration of animal and vegetal beings: the heart of that infinite affinity of all things which is the Universe-World. And we winemakers, men and women rushing to the future in leaps and bounds, turn back toward the original and the ancient, believing that the revelation of the world breathing was silent and by just being silent and listening to nature, as it appears at intervals, occult and enigmatic, glittering like flashes of memory, guiding us to dynamic future ways of wine from the inside out, from top to bottom, from the future to the past. And we believe that wine, a great wine, is the poetic alchemical metamorphosis of nature into culture. And that only by having a light hand and loving heart are we able at times to bend nature to our sentiments, to humanize it and make it more beautiful, like a reality imagined in a dream. Wine is nature as dreamed by man, thus enhanced by sentiment; a wine that is great, a great wine, is nature transformed, which only at the moment of drinking elevates itself and its natural essence because it immediately inspires desire and memories. All of nature is in wine, but wine is not only nature.

As Luca Sanjust explains: Bòggina B is produced from Trebbiano del Valdarno vines planted at Petrolo in the seventies in the Poggio vineyard. It was conceived following our conviction that the environment of Petrolo and the Valdarno in general offer exceptional conditions for aspiring to produce a white wine of great quality from pure Trebbiano. To that end, documents dating back to the early fourteenth century attest to the quality of Trebbiano from a parcel that still exists at Petrolo called “Spedale.” That plot was then owned by the papacy, for which a wine regarded as exquisite and very precious was shipped to Rome.

Bòggina B was also a result of my meeting with Mounir Saouma of Lucien Le Moine, a great Burgundy house, who inspired and guided us and gave valuable suggestions during the various stages of production, both in the vineyard and the cellar, under the careful control of our consulting enologist Carlo Ferrini, assisted by our company enologist Simone Cuccoli.

Bòggina B is fermented in barriques and tonneaux of French oak, selected and crafted for us by Lucien Le Moine, and remains “sur lie” for the entire period of vinification of about two years.

We are convinced that by working in a way that is our custom at Petrolo, with a light hand and loving heart, that it is possible to make a wine of pure Trebbiano to rival the great white wines of Italy—and not only Italy. At least that is our hope and desire.

The first year of production was 2014. From this vintage we produced just over 500 Burgundy-style bottles and 50 magnums. Twenty of these magnums were decorated with exclusive labeling painted by Sabina Mirri [Luca’s wife], each original and different.

Currently on the market is the 2017 vintage, which the critic James Suckling described as “…one of the coolest whites of Tuscany with a mineral, apple, and light flint aroma and flavor profile. Full-bodied, tight and focused with a beautiful finish of bright acidity and a stone, creamy texture.”

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