Pietro Clementi: La Valpolicella e lo spirito del terroir

9 Novembre 2020

AUTORE

Burton Anderson

Burton Anderson è uno scrittore americano originario del Minnesota, vive in Italia e scrive di vino, cibo e viaggi.
Nei primi anni '80 pubblica "The Wines & Winemakers of Italy" , libro che ha reso celebre il made in Italy enoico fuori dai confini nazionali. Burton ha dato un contributo notevole alla divulgazione del vino italiano nel mondo facendone conoscere l'originalità, le potenzialità e le eccellenze territoriali. E' inoltre l'ex direttore dell'International Herald Tribune a Parigi. Il New York Times lo ha definito "la massima autorità sui vini italiani in lingua inglese".

Pietro Clementi: La Valpolicella e lo spirito del terroir

by Burton Anderson

Nella mia lunga esperienza con la Valpolicella ho assistito a profondi cambiamenti nei concetti e nei metodi di produzione e vendita del vino o piuttosto dei vini, poiché il Valpolicella classico si è evoluto in quattro tipologie distinte con variazioni sul tema. All’inizio della mia carriera nei lontani anni ’70, il Valpolicella era considerato un vino vigoroso da tutti i giorni che si esprimeva al meglio con la altrettanto robusta cucina veronese. Poi c’era il Recioto della Valpolicella da uve passite e una versione emergente chiamata Amarone, prodotta per errore, così si narra, quando una botte destinata a diventare Recioto ha completato la fermentazione tramutandosi in vino secco. In seguito è arrivato il Ripasso che viene prodotto facendo rifermentare il Valpolicella sulle fecce dell’Amarone per ottenere un vino di maggiore statura che ha eclissato in termini di popolarità la versione classica.

L’Amarone può essere un vino superbo da assaporare da solo o con piatti di carne scelte, tra cui la selvaggina o con formaggi saporiti. Il Ripasso riecheggia il carattere dell’Amarone ma con una maggiore versatilità a tavola. In tutta franchezza, però, con i piatti della tradizione veronese come salumi, bigoli, risotti e polenta o specialità come il lesso con la pearà o la pastisada de caval, non conosco nulla di più soddisfacente che l’abbinamento con un Valpolicella giovane e vitale, tanto meglio se proviene da Clementi, un’azienda vinicola di famiglia nella frazione di Gnirega, nel cuore della Valpolicella Classica.

E sono stato lieto di apprendere che Pietro Clementi, che ha fondato la tenuta nel 1969, condivide il mio punto di vista, confidando che “il giovane Valpolicella è al suo meglio con pane e salame”.

Clementi, avvocato dei più reputati nel veronese, vede nascere il suo interesse per il vino nei primi anni della guerra, quando viveva nell’azienda dei nonni a Illasi, al confine orientale della Valpolicella. Dopo l’acquisizione della sua tenuta, ha continuato con passione a investire nell’espansione dei vigneti che oggi contano 14,5 ettari e nella costruzione di una moderna cantina dove sono coinvolti i suoi figli: Maria, Aurelio, Maurizio, Giuseppe e Bernardino che assieme alle loro famiglie condividono il lavoro in vigna, in cantina e sul mercato.

Nel corso degli anni la produzione di Clementi si è estesa oltre il Valpolicella Classico fino a comprendere l’Amarone e il Ripasso, ottenuti con gli stessi vitigni autoctoni: Corvina, Corvinone, Rondinella e Molinara. Il Valpolicella è il vino che più rispecchia lo spirito del terroir dei vigneti ubicati sulla collina circostante di Masua a circa 400 metri di altitudine su pendii esposti a sud ovest con terreni prevalentemente calcarei. Ma l’eccellenza traspare in tutti i vini, che comprendono anche Ca’ del Giovane, un Rosso Veronese IGT, e il passito Loto.

I vini vengono affinati in botti di rovere di Slavonia in stile tradizionale per ottenere un equilibrio di sapori, preservando gli intensi aromi di frutta, spezie e di erbe officinali del luogo. I vitigni sono coltivati con metodi biologici seguendo il protocollo di produzione sostenibile e integrata del Consorzio Tutela Vini della Valpolicella. L’azienda fa parte anche della FIVI, la Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti.

ENGLISH

Pietro Clementi: Valpolicella and the spirit of terroir

In my long experience with Valpolicella I’ve witnessed profound changes in the concepts, techniques and customs of producing and selling the wine—or wines rather, since Valpolicella has evolved into four distinct types with variations. In my early days—yes, back in the 1970s—Valpolicella was regarded as a robust everyday wine, at its best delightful to drink with the hearty cooking of Verona. There was also the sweet Recioto della Valpolicella made from passito grapes and an emerging version called Amarone, first produced by error when a barrel intended as Recioto fermented out dry. Then came Ripasso—made by refermenting Valpolicella with the lees of Amarone resulting in a wine of greater stature that has eclipsed regular Valpolicella as the best selling type.

Amarone can be a superb wine to savor on its own or with select meat or game dishes or cheeses. Ripasso often echoes the character of Amarone with greater versatility at table. But, to tell the truth, when dining on the traditional fare of Verona—hearty dishes like salumi, bigoli, risotto and polenta or such specialties as lesso con la pearà or pastisada de caval—I know of nothing more satisfying than a vibrant young Valpolicella, all the better if it comes from Clementi, a family winery at the hamlet of Gnirega, in the heart of Valpolicella Classico,

I was delighted to learn that Pietro Clementi, who founded the estate in 1969, shared my view, confiding that “young Valpolicella is at its best with pane and salame.”

Clementi, a lawyer of long-standing reputation in the Verona area, traces his interest in wine to his early years during the war when he lived on his grandparents’ farm at Illasi on the eastern edge of Valpolicella. After acquiring his own estate, his passion grew as vineyards expanded to take in 14.5 hectares and a modern winery was established that came to involve his children: Maria, Aurelio, Maurizio, Giuseppe and Bernardino and various mates and offspring who share in the vineyard and cellar work.

Over time production expanded beyond Valpolicella to take in Amarone and Ripasso, all produced from the same indigenous grape varieties: Corvina, Corvinone, Rondinella and Molinara. Valpolicella is the wine that most truly reflects the spirit of the terroir in vineyards surrounding the winery and on the Masua hill at around 400 meters of altitude on slopes facing south to west in prevalently calcareous soils. But excellence shines through in all the wines, which also take in Ca’ del Giovane, a Rosso Veronese IGT, and the sweet passito called Loto.

The wines are aged traditional style in Slavonian oak barrels to achieve a balance of flavors, while preserving and enhancing the intense aromas of fruits, herbs and spices of the area. Vines are maintained following biological methods following the protocol of sustainable and integrated production of the Consorzio Tutela Vini della Valpolicella. The winery is also part of FIVI, the Italian Federation of Independent Winemakers.

A future edition of the Heres Wine Stories newsletter will focus on the range of Clementi wines.

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