Villa Papiano: Terra, cielo e poesia

11 Maggio 2020

AUTORE

Burton Anderson

Burton Anderson è uno scrittore americano originario del Minnesota, vive in Italia e scrive di vino, cibo e viaggi.
Nei primi anni '80 pubblica "The Wines & Winemakers of Italy" , libro che ha reso celebre il made in Italy enoico fuori dai confini nazionali. Burton ha dato un contributo notevole alla divulgazione del vino italiano nel mondo facendone conoscere l'originalità, le potenzialità e le eccellenze territoriali. E' inoltre l'ex direttore dell'International Herald Tribune a Parigi. Il New York Times lo ha definito "la massima autorità sui vini italiani in lingua inglese".

Villa Papiano: Terra, cielo e poesia

 La storia sembra essere aperta a interpretazioni a Villa Papiano. Da una prospettiva remota, la tenuta può far risalire le sue origini al XV secolo, quando un certo Papiano, luogotenente dei Medici fiorentini, vi si stabilì e iniziò a coltivare. Da un punto di vista contemporaneo, tutto è iniziato nel 2001, quando quattro fratelli, figli del noto agronomo Remigio Bordini, hanno avviato quello che chiamano il vero progetto di fare di Villa Papiano una tenuta moderna, rinnovando vigneti e cantine per produrre vino come specchio del territorio.

La proprietà si estende tra i 450 e i 530 metri di altitudine lungo le pendici meridionali del Monte Chioda, parte della catena appenninica tosco-romagnola, che si affaccia sul torrente Ibola nella stretta valle di Modigliana, in provincia di Forli-Cesena.

I quattro fratelli lavorano in quello che descrivono come un rapporto simbiotico che cambia colori e disegni come un caleidoscopio rotante. Francesco si occupa della vinificazione e dell’impostazione degli stili di produzione, Maria Rosa dirige i rapporti commerciali, Giampaolo si occupa della gestione ed Enrica dell’amministrazione. Come dicono loro: “Insieme scuotiamo i dadi e fantastichiamo sul futuro”.

Una frequentatrice abituale di Villa Papiano, mia figlia Gaia, la descrive come “un luogo dove terra e cielo si mescolano a fattoria e vigneti in una valle di boschi e prati: un’immagine fiabesca, intimamente appenninica, con i vini che ne sono la quintessenza”.

L’azienda coltiva prevalentemente uve Sangiovese, Albana e Trebbiano, insieme ad antiche varietà autoctone come Centesimino, Negretto e Balsamina. I vigneti sono allevati vicini al terreno per massimizzare i riflessi di luce e calore nell’ambiente montano, su suoli marnoso-arenacei qui particolarmente ricchi di sabbia.  La viticoltura biologica è praticata seguendo i ritmi della natura, nutrendo le piante con concime verde e compost leggero e con una sana dose di affetto.

La famiglia Bordini si descrive come viticoltori artigianali che seguono un approccio di incessante osservazione di ogni dettaglio, imparando dall’esperienza, vivendo in simbiosi con l’ambiente, assorbendo le lezioni tramandate da chi li ha preceduti, consapevoli che ogni annata è diversa, e lavorando con una fede costante nella natura.

“Nel corso degli anni abbiamo conosciuto profondamente la nostra terra, le sue sfumature e le sue idiosincrasie. I nostri vini parlano di luce, risuonando in una matrice aromatica in cui la salinità diventa la spina dorsale e la sostanza dell’uva, più che il legno, dalla delicata struttura che rievoca fiori e sottobosco, magri, verticali, salati e longevi”.

I vini riflettono la poetica del loro creatore, anche nelle etichette artistiche. La gamma comprende i rossi a base di Sangiovese, Probi, Vigna Beccacia e Le Papesse e i bianchi Strada Corniolo da Trebbiano, Terra! da Albana e Tregenda R! da Albana tardiva, che si fonde anche nell’intrigante ricetta del Vermouth Tregenda.  Le Papesse di Papiano sarà recensito in un prossimo numero della Newsletter di Heres

ENGLISH

Villa Papiano: Earth, Sky and Poetry

 History seems to be what you make of it at Villa Papiano. From a remote perspective, the estate can trace its origins to the fifteenth century, when a certain Papiano, a lieutenant of the Florentine Medici family, settled there and started farming. From a contemporary point of view, it all began in 2001, when four siblings, children of the noted agronomist Remigio Bordini, launched what they call the real project of making Villa Papiano a modern estate, renovating vineyards and cellars to produce wine as a mirror of the territory.

The territory extends between 450 and 530 meters of altitude along the southern slopes of Monte Chioda in the Tosco-Romagnolo range of the Apennines overlooking the Ibola stream in the narrow valley of Modigliana in the province of Forli-Cesena.

The four siblings work in what they describe as a symbiotic relationship that changes colors and designs like a rotating kaleidoscope. Francesco is in charge of winemaking and setting the styles of production, Maria Rosa directs commercial relations, Giampaolo handles management and Enrica administration. As they put it: “Together we shake the dice and fantasize about the future.”

A frequent visitor to Villa Papiano, my daughter Gaiadescribes it as “a place where earth and sky commingle, farm and vineyards in a valley of woods and meadows: a fairytale image, intimately Apennine, with wines that are the quintessence of a place.”

The estate grows mainly Sangiovese and Albana grapes together with ancient autochthonous varieties such as Centesimino, Negretto and Balsamina on vines trained low to maximize the reflections of light and heat in the mountain environment with its marl and sandstone soils. Sustainable organic viticulture is practiced, following the rhythms of nature, nurturing the plants with light compost and green manure—and a healthy dose of affection.

The Bordini family describe themselves as artisan winegrowers following an approach of ceaselessly observing every detail, learning from experience, living in symbiosis with the environment, absorbing the lessons handed down by those who preceded us, being aware that each vintage is different, and working with an abiding faith in nature.

“Over the years we have come to know our land profoundly, its nuances and idiosyncrasies. Our wines speak of light, resonating in an aromatic array in which salinity becomes the backbone, and the substance of the grape, rather than wood, lending the delicate structure to wines that  speak of flowers and undergrowth, lean, vertical, salty and long-lived.”

The wines reflect their makers’ poetic nature, also in the artistic labels. The array includes the Sangiovese based reds of Probi, Vigna Beccacia and Le Papesse di Papiano and the whites Strada Corniolo from Trebbiano, Terra! From Albana and Tregenda R!, from late-harvested Albana, which is also blended into the intriguing Tregenda Vermouth. Le Papesse di Papiano will be reviewed in a coming issue of the Heres Newsletter

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