Vincenzo Bambina, l’enologo di Fattoria Augustali: “Il vino si deve lasciar bere”

26 Luglio 2021

AUTORE

Sabrina de Feudis

Giornalista – Sommelier Direttore responsabile di Pugliosità, nuovo progetto editoriale che racconta il bello e il buono della Puglia

Pugliese d’origine, romana d’adozione, la passione per il cibo e il vino l’ha spinta a diventare Sommelier. Oggi fa parte dell’associazione “Le Donne del Vino Lazio”. Da dieci anni è una giornalista professionista e lavora nel settore enogastronomico. Il suo motto è: “Se arrivi in cima ricorda la fatica che hai fatto per raggiungerla”.

Vincenzo Bambina, l’enologo di Fattoria Augustali: “Il vino si deve lasciar bere”

La vita di Vincenzo Bambina, enologo e produttore siciliano, ha sempre ruotato attorno al vino, un’esistenza vissuta in giro per il mondo, con l’intento di conoscere, scoprire e approfondire tecniche ed esperienza. Uomo diretto e autentico, così come i suoi vini, frutto indiscusso della terra dalla quale provengono, che riescono a raccontarla senza compromessi. Uomo vulcanico e ricco d’idee, nella vita è lui a dettare le regole, sa cosa vuole e cerca di fare, spesso l’impossibile, per realizzarlo. Inizia la carriera come direttore tecnico di Donnafugata, un’azienda che gli ha dato tanto sia a livello umano che professionale, poi di lì si licenzia per girare il mondo, facendo il consulente. Il tanto girovagare gli provoca nostalgia di casa così decide di rientrare nella sua Sicilia per dedicarsi a qualcosa di veramente suo. La sua scelta in parte è stata rispettata e in parte no perché alla chiamata di Francesco Tornatore non ha potuto dire di no, così diventa l’enologo di questa importante azienda vinicola sull’Etna. Riesce a realizzare la sua realtà, cucita addosso alle sue idee e quella dell’inseparabile moglie. La fattoria didattica per Finella e la cantina per Vincenzo, così nasce Fattoria Augustali, una nuova realtà nella provincia di Palermo.

Com’è cambiato il ruolo dell’enologo oggi?

È cambiato tanto il nostro mestiere e devo dire che è anche molto più rischioso. Quando iniziai come direttore tecnico da Donnafugta ero un giovane rampante ed era un periodo d’oro per il vino siciliano, dopo sei anni trascorsi qui ho sentito la necessità di confrontarmi con il resto del mondo, avevo capito che dovevo ancora conoscere tanto sul vino. Così sia io che mia moglie decidemmo di licenziarci, devo davvero tanto a questa cantina, ma sentivo il bisogno di crescere ulteriormente. L’incontro con Mario Pojer mi ha aperto un mondo, insieme l’abbiamo girato e questo mi ha arricchito tanto. Non è l’enologo che fa il vino, ma il territorio con le sue caratteristiche e con l’interpretazione del produttore. Dobbiamo imparare dalla Francia che sono 500 anni che produce vini. Ogni zona ti può dare una sola cosa buona, questo l‘Italia eccetto alcune zone, fa fatica a comprenderlo.

Ci racconta la storia di Fattoria Augustali, come nasce?

Nasce quando mi sono ritirato e ho deciso di utilizzare i risparmi di una vita sulla cantina, mia moglie Finella, è nella fattoria didattica e io mi sono realizzato la cantina che desideravo.

Sto lavorando duramente per raggiungere un livello qualitativo più alto, dedicandomi con passione per raggiungere l’obiettivo di realizzare dei vini bianchi longevi per la Sicilia.

La viticultura siciliana ha avuto un gran successo negli ultimi anni, quali sono le caratteristiche che rendono questa Terra così vocata?

La Sicilia come terra è ricca di contrasti, per certi versi fertile, per altri arida, spesso chiassosa in altri momenti silenziosa, se sai cogliere queste sue divergenze e le sai interpretare puoi trovare il meglio.

Laddove non si può fare un Syrah buono non lo fare. I miei mono varietali sono diversi, il Grillo mio è diverso da quello di Marsala, zona vocata per questo vitigno, il mio territorio è più da Catarratto.

Nella tua selezione c’è anche un vino da Vermentino, come mai?

Perché dopo aver girato il mondo mi sono innamorato del Vermentino di Gallura e l’ho scelto, avendo la mia cantina ho potuto investire i miei soldi, ovviamente rischiando il mio capitale, per impiantarne tre ettari e mezzo. Mi sono detto se mi convince lo imbottiglio e così è stato, oggi ne produco tre mila bottiglie e devo dire che l’obiettivo è stato centrato.

Oggi quali sono le caratteristiche che deve avere un vino?

La bevibilità, questo vale per qualsiasi tipologia, il vino si deve lasciar bere, bisogna smetterla di produrre dei mostri palestrati, che dopo il primo calice non riesci più a bere. Bere il vino deve emozionare con la sua bevibilità e questo non significa che siano vini meno importanti degli altri. Se non vedi il territorio di provenienza del vino è come se non lo bevessi.

Il ruolo di sua moglie Finella?

Lei è una donna forte quando ha deciso di fare la fattoria didattica è stata lei a volerla è più “cazzuta” di me.

Contrasto Del Rosso Nero D’Avola IGP Terre Siciliane 2014

Rosso rubino contornato da sfumature granate, al naso evidenzia un’intensità di profumi fruttati, amarena e ciliegia, note di rose rosse e viola mammola impreziosiscono il bouquet floreale. I sentori speziati mettono in risalto la cannella, il cardamomo, cioccolato fondente. Sorso elegante ed equilibrato, spicca la freschezza, che rende l’assaggio piacevole, finale lungo nel tempo.

Contrasto Vermentino IGP Terre Siciliane 2015

Giallo dorato, come primo impatto olfattivo a dir poco esplosivo, mescolando abilmente profumi di frutta gialla matura, mela cotogna e scorze di cedro, ventate imponenti di erbe aromatiche, rosmarino e salvia, si impongono nel calice. Punte di miele e profumi di fiori di camomilla incorniciano questo ampio quadro di sentori.  Dopo il primo sorso emerge la freschezza contornata da una buon equilibrio, per un gusto che si amplifica e prolunga nel tempo.

Grillo 2020

Colore giallo paglierino con scintillanti riflessi dorati. Naso intenso diviso tra i sentori fruttati di pesche gialle e le note minerali, profumi leggermente agrumati per un sorso coinvolgente e dal finale leggermente ammandorlato.

 

Catarratto 2020

Colore giallo paglierino, al naso sprigiona un vortice di profumi che si susseguono a ritmo incalzante. Frutti tropicali, anans, papaya, poi pesche e fiori gialli freschi. In bocca regala una piacevole sensazione di pulizia ed equilibrio, un vino dall’alto tasso di bevibilità.

 

Il Clima Syrah IGP Terre Siciliane 2019

Rosso rubino, naso vivace grazie ai profumi speziati che si mettono in evidenza come il pepe nero in grani. Frutti di bosco e ciliegie si accostano alle note floreali di rose rosse, un manto di cacao amaro impreziosisce la veste olfattiva. Sorso pulito ed equilibrato, che si dipana su una trama tannica elegante.

 

La Vigna Nero D’Avola Doc Sicilia 2018

Rosso rubino, al naso fulmina per il suo profumo floreale nettamente spiccato. Rose e manciate di petali rossi si mettono in evidenza. Sentori di visciole, pepe nero in grani, foglie di tabacco e polvere di cacao amaro impreziosiscono la sensazione olfattiva. Sorso caldo e avvolgente, che si dipana lunga un’elegante trama tannica, che termina su un lungo finale.

 

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